Open Source, tradotto come “codice aperto”, è un tipo di licenza di distribuzione di software e applicazioni.
L’interesse crescente per questo tipo di distribuzioni è dovuto non solo alla libertà di utilizzo, che abbatte significativamente i costi di un’impresa, ma anche all’apertura e alla compatibilità dei sistemi.
Ad oggi esistono molti software aperti, a volte anche più avanzati dei corrispettivi a pagamento.
Open source tuttavia è molto di più: è una filosofia di vita, di lavoro e di condivisione.
In principio tutto era Open: La Storia
Prima ci occorre un excursus strettamente informatico.
Gli anni 40 hanno visto l’inizio dell’informatica. In quegli anni i problemi erano differenti da quelli attuali.
Esistevano pochissimi computer incompatibili tra di loro, in quanto ogni casa produttrice aveva il proprio processore, e le proprie componentistiche. Non esistevano, come oggi, aziende che producessero processori o sistemi operativi. Le applicazioni erano vendute insieme all’hardware, e non potevano essere modificate.
Come cambia il mercato quando i computer iniziano a utilizzare componenti simili e gli stessi sistemi operativi?
I software diventano condivisibili, perché i computer avevano simili caratteristiche hardware e software di base. In altre parole, se due pc hanno processori Intel, e Windows come sistema operativo, possono utilizzare gli stessi software. Negli anni 40 due computer differivano del tutto, e non potevano condividere nulla.
Il primo sistema operativo è Unix, ideato dalla AT&T. Per via di alcune limitazioni legali, non poterono venderlo come prodotto commerciale, e così fu reso Open. Questo attirò le attenzioni di università, centri di ricerca, e informatici, creando un vero e proprio polo di sviluppo libero e spontaneo.
Negli anni 80, risolte queste problematiche legali, la AT&T deciso di rendere il proprio sistema chiuso e a pagamento: è l’inizio del Software Proprietario.
Si creano in quegli anni aziende di informatica che iniziano a imporre accordi di non divulgazione, cioè l’obbligo di mantenere e non diffondere i codici sviluppati per l’azienda.
GNU e Linux
Uno di questi informatici, Richard Stallman, fu in disaccordo e fondò la Free Software Foundation: un’associazione senza scopo di lucro, che diffondesse software libero a cui tutti potevano contribuire apertamente. Uno delle creazioni fu GNU, un sistema operativo compatibile con UNIX, ma libero, aperto e gratuito. GNU sta infatti per “Gnu’s Not Unix”.
Il loro lavoro non riuscì a raggiungere tutti gli obiettivi che si era posto, benché l’università di Berkley ci arrivò vicina a sviluppare un sistema operativo da zero. Negli anni 90 fu uno studente di nome Linus Torvalds a completarlo. Deciso a sviluppare un proprio sistema operativo, ideò Linux. Programmatori e informatici da ogni parte del mondo contribuirono al codice, che condivide liberamente in rete su una piattaforma ideata sempre da lui stesso e in uso ancora oggi: GitHub.
Lasciamo che ce lo racconti lui stesso, è un nerd ma è anche simpatico!
Il resto della storia, è una lotta serrata tra aziende, associazioni, professionisti. Ma perché?
Non è solo una questione di costi, ma di etica.
Open Source: perché?
Le caratteristiche di un software Open devono rispecchiare a pieno la filosofia di base: flessibilità, apertura, non discriminazione.
Per sintetizzare la filosofia alla base, vi proponiamo il preambolo del manifesto della Free Software Foundation:
“Le licenze per la maggioranza dei programmi hanno lo scopo di togliere all’utente la libertà di condividerlo e di modificarlo. Al contrario, la GPL è intesa a garantire la libertà di condividere e modificare il free software, al fine di assicurare che i programmi siano “liberi” per tutti i loro utenti.”
Open è anche Free, ma non solo…
I software non-open hanno formati proprietari non intercambiabili, e strutture chiuse. Sono sviluppati solo per determinati sistemi operativi o piattaforme. Hanno un costo, spesso elevato, creando in questo modo una discriminazione sociale ed economica.
I software open source utilizzano formati aperti, leggibili da più software. Sono sviluppati sempre per tutti i sistemi operativi, tutte le piattaforme, e sono distribuiti liberamente, senza discriminazioni o limiti di utilizzo.
Il codice è aperto e modificabile, in tal modo chiunque può personalizzarlo, ampliarlo o studiarlo.
Rappresenta una rivoluzione del mercato: da una struttura gerarchica e chiusa, a una collaborativa.
Esemplificativo è il nome dato all’ultima versione di Linux: Ubuntu. Una parola africana che, intraducibile nella nostra lingua, in senso lato vuol dire condivisione, collaborazione, integrazione.

Esempio di etica e di mercato
Supponiamo che siate utenti Apple, e spieghiamo cosa vuol dire sistema chiuso. Non potete modificare il codice, ne vederlo, non potete nemmeno aprire fisicamente i vostri PC. Anche l’adattatore più elementare deve essere di Apple. Il prodotto non è mai realmente di vostra proprietà.
Supponiamo ora che cerchiate un PC con Linux. Il limite è solo nelle competenze: è possibile modificare ogni cosa, ed possibile condividere con chiunque il vostro lavoro. Sono presenti software liberi, anche avanzati, per qualunque tipo di applicazione e scopo.
Come vedete ci sono due strade distinte. Da una logica top-down, gerarchica, in cui un gruppo dipende da un singolo, a una logica orizzontale, in cui tutto collaborano per migliorare uno strumento di tutti.
Ad oggi sono molti i software open source che hanno raggiunto una maturità in grado di competere con i software proprietari. Alcuni sono FireFox, Android e LibreOffice.
Vediamo invece quali sono i software Open Source che possiamo utilizzare per liberare anche la nostra creatività!
Open Source per la Creatività
Inutile girarci intorno: oggi se si pensa alla creatività, si pensa subito ad Adobe, Avid, DaVinci, e altri.
Vedremo ora le alternative migliori per ogni necessità, a volte anche più avanzate!
Open Video: alternative a Premiere
Shotcut: per principianti
Shotcut è semplice da utilizzare, ma possiede alcune funzionalità dei programmi professionali.
Transizioni, color correction e chroma key, e altre. Sicuramente sono funzioni limitate, ma per piccoli lavori, o se non si vuole imparare ad utilizzare software più sofisticati, è perfetto.

Kdenlive: like a pro
Kdenlive è il software più vicino ai suoi concorrenti professionali. Ha tutti i tool per color grading e color correction avanzato, e l’interfaccia è simile agli applicativi per professionisti. Se l’intenzione è apprendere la basi, per poi passare a software più avanzati, kdenlive è perfetto.

Davinci: non open, ma free e professionale
Davinci non è un software open source, ma ha una versione gratuita di pari livello in ogni parte ai software di uso professionale.
Benché il montaggio sia un po articolato da realizzare, ha dei tool per la color anche più avanzati dei suoi concorrenti.
Se siete dei professionisti, soprattutto nella color correction e nel color grading, o dei principianti con grandi ambizioni, vi consigliamo di dare uno sguardo a Davinci.

Una delle funzioni peculiare è la Node Window. Come vedete nell’immagine, accanto alla finestra principale c’è una finestra con una seria di moduli collegati tra di loro. Vediamo a cosa servono.
Open Photo
GIMP: alternativa senza rimpianti a Photoshop
Quando si parla di alternative a Photoshop, GIMP è il concorrente preferibile.
Ha tutte le funzioni del concorrente a pagamento, ma è open source. Per l’editing o il ritocco delle vostre foto vi consigliamo di dargli una possibilità, anche se siete utenti Photoshop. Non ve ne pentirete!

Darktable: come Lightroom
Lo sviluppo fotografico è un’operazione semplice, ma delicata. Ci affidiamo a Lightroom o Luminar, sono semplici da utilizzare, rapidi, e ci danno sicurezza, ma in questo caso conviene dare uno sguardo alle alternative.
Darktable possiede un’interfaccia grafica molto intuitiva, degli strumenti avanzati, ed è open source! Ha tutto ciò che occorre per competere, e in alcuni casi vincere, con le alternative professionali. Se volete iniziare ad avvicinarvi a questa tecnica, o anche se siete professionisti, vi consigliamo Darktable! Per un confronto approfondito, vi rimandiamo a questo articolo.

Rawtherapee: più di Lightroom, alternativa per nerd
Siete dei Nerd? Volete non solo avere la riduzione del rumore, ma anche scegliere l’algoritmo più adatto?
Dovete utilizzare Rawtherapee. Un software avanzato, quasi scientifico. Non è adatto per i principianti, in quanto l’interfaccia grafica non sempre è di facile utilizzo, e l’eccesso di funzioni possono creare confusione. Se però vi occorre uno sviluppo più avanzato di Lightroom e degli altri software comuni, fatevi un giro.

Open Sound
Le DAW open source sono molte, ognuna con caratteristiche proprie. Vediamo quale si addice più a noi.
LMMS: per la composizione
LMMS possiede dei plugin per la composizione digitale, dal sound design di synth a uno step sequencer avanzato.
Se la vostra necessità è comporre musica elettronica, dategli un’occhiata.

Ardour: registrazioni e missaggio professionali
Ardour è invece più indicato se avete intenzione di registrare, missare, e produrre un mastering finale di una composizione.
Una workstation completa di tutto.

Reaper: non open source, ma free e avanzato
Conviene fare una menzione a Reaper.
In parte soltanto è open source, ma ha una versione free. Inoltre, per quello che offre, ha un costo irrisorio: appena 60€, a differenza dei concorrenti come Pro Tools e cubase che hanno costi decisamente più elevati, e non hanno tutte le possibilità che offre Reaper.
Reaper possiede delle funzioni avanzate, come la possibilità di personalizzare il routing in modo estremo, arrivando fino a bus di 64 canali, utili ad esempio per l’audio binaurale. Per chi è estraneo all’ambiente e non sa di cosa sto parlando, sappia solo che Reaper è il software più economico, ma più avanzato, e aperto a ogni estensione, per l’editing audio che è in circolazione.

Open 3D Art
La composizione di video digitale è una faccenda complessa, ma abbiamo dei software open source davvero meritevoli e potenti.
Blender: il più diffuso
Il più famoso software open source di composizione digitale e grafica animata. Molto avanzato e complesso, ma vi permette di fare ogni cosa, da un semplice effetto 3D a un intero film d’animazione!

Natron: qualcosa in più
Natron è meno conosciuto, ma rispetto a Blender possiede delle funzioni avanzato, come il supporto per i plugin OpenFX che permette di espandere le potenzialità del software con tool esterni.

Conclusioni
Le alternative open source sono una risorsa importante, che in alcuni casi batte di gran lunga le alternative a pagamento. Questo perché l’obiettivo principale di chi lavora a questo software è ampliare le possibile dell’utente quanto più possibile, invece di limitarle e renderle esclusive.
Un cambiamento radicale di prospettiva, a cui non siamo abituati.
Occorre solo essere coraggiosi, ed esplorare questo mondo in veloce e continua evoluzione.
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