Nel montaggio video si taglia per eliminare o collegare le nostre scene, e per intensificare o rallentare il ritmo della narrazione.
Secondo Eisenstein, il padre del montaggio moderno, il vero film avviene nella mente dello spettatore. Quest’ultimo crea legami e connessioni tra elementi e scene staccate tra loro, ed è compito del montatore fornire questo flusso di scene in modo più naturale possibile. (Un ulteriore approfondimento in questo articolo Why Don’t We Notice All Those Editing Cuts?)
Ad esempio nella scena iniziale di “2001 Odissea nello Spazio” c’è un esempio estremo di questo processo cognitivo: un osso, che diventa un’astronave. Non lo diventa davvero, e le due scene sono del tutto diverse, eppure per lo spettatore si crea una connessione, un legame che è simbolico. L’astronave, e l’osso utilizzato come arma, sono strumenti dell’evoluzione dell’uomo.
Questo è l’obiettivo del montaggio: creare connessioni, ritmo, e soprattutto essere impercettibile. Questo flusso deve apparire così naturale, che lo spettatore non deve esserne distratto, ma deve condurlo in un percorso suggestivo e perfetto.
Se è presente un solo attimo di esitazione, o un taglio privo di ritmo, o non in sincrono con un’azione, lo spettatore sarà distratto.
Vediamo come, sia nella tecnica che nelle soluzioni estetiche, come raggiungere questi obiettivi.
Le transizioni e le tecniche utilizzate per collegare due scene nel montaggio video, sono molto diverse tra loro, e ognuna ha un preciso effetto sullo spettatore. Vediamo le principali.
Questo tipo di taglio fa esattamente quello che dice: ci porta da una parte all’altra dell’azione o della narrazione, in più punti del tempo o dello spazio. Ad esempio i nostri attori sono seduti a un tavolo di un bar, l’attimo dopo sono al balcone a bere un bicchiere di birra, e l’attimo successivo si ritrovano a casa loro. A differenza delle altre tecniche, qui c’è una palese discontinuità dell’azione, con lo scopo proprio di far percepire il passare del tempo, o il cambio di scena. Eccone un esempio.
In questo caso viene rimarcato l’effetto del trascorrere del tempo, ma un tempo più lungo rispetto al Jump Cut e con cambio di ambientazioni. Una serie di scene senza continuità di azione in modo tale da immaginare che sia accaduto qualcosa nel frattempo. Un esempio famoso e chiaro è l’allenamento di Rocky, in Rocky 4. Quanto sarebbe durato il suo allenamento senza questa tecnica, e volendo rispettare la continuità di ogni sua azione? Decisamente troppo! Vediamolo insieme.
Non è un vero e proprio taglio, quanto una transizione lenta e impercettibile. Ci porta in due ambienti, due scene, due contesti differenti in modo simultaneo. Da questa sovrapposizione, nasce un terzo senso che è la somma delle due. Un esempio stupefacente e commovente, è in Apocalypse Now. Sedetevi, rilassatevi e godetevi questa scena, con il contributo dei Doors.
La tecnica Wipe spazza via la scena precedente, e la inserisce nella successiva. Se vi piacciono i film di Hitchcock, e siete attenti, sicuramente la riconoscerete. Ad esempio un attore che passa davanti alla ripresa, la oscura, e con lo stesso movimento procede nella scena successiva. In questo modo la transizione è quasi impercettibile, e l’effetto è sorprendente. Un esempio lo si può cogliere anche in “Lo Squalo”.
Una delle tecniche più usate, e più chiare! Non c’è bisogno di spiegazioni: una scena si dissolve, fino a svanire. O compare lentamente sullo schermo. A differenza del Cross Dissolve, qui non c’è un passaggio tra due scene, ma la transizione è tra una scena, al nero, o viceversa.
J e L sono tecniche che includono sia audio che video, e prendono il loro nome dalla forma che appare sulla timeline (ma su questo non ci soffermeremo). Mi spiego meglio: quando l’audio di una scena appartiene alla scena successiva, o alla precedente. Questa tecnica crea una forte continuità tra le scene, e grazie al sound design crea uno spaccato narrativo su un attore o un evento. Con un esempio possiamo comprenderlo meglio! (per un approfondimento sul Sound Design, vi consigliamo il nostro articolo Sound Design: come pensarlo e come realizzarlo)
Ogni film d’azione è composto quasi esclusivamente da questo tipo di taglio, ma non solo. Permette di portare l’attenzione dello spettatore esattamente dove è richiesta: un colpo di pistole, una porta che sbatte, una mano che si posa su un oggetto o uno sguardo che si volta in una direzione. Tutti esempi in cui è necessario tagliare, e proiettarsi dove si svolge l’azione. In questa tecnica, più di altre, è ovviamente fondamentale il ritmo, e la scelta del punto esatto in cui effettuare questo passaggio, che deve essere in sincrono con l’azione o con il suono. Questa è la tecnica più semplice, ma che richiede più esperienza!
La tecnica Cutaway ci porta, letteralmente, in altri luoghi o momenti in modo brusco e imprevisto. Non è propriamente una tecnica di taglio, quanto di narrazione. Possono portarci nella mente di un personaggio, o in altri punti della narrazione.
In questo caso vi è un’alternanza tra due scene che accadono in simultanea. Anche questa rappresenta un elemento narrativo, più che tecnico. Vediamo un esempio celebre per comprenderlo meglio.
Ricordate l’esempio iniziale di “2001 Odissea nello Spazio”? Quello era un match cut! Non ve l’aspettavate, vero? Questa tecnica è la più sottile, perché crea legami di tipo concettuale e simbolico oltre che di movimento o sonoro. Vi è, in sintesi, una corrispondenza diretta e sovrapponibile tra le due scene, che così si perdono l’una nell’altra.
La forma estrema del Taglio sull’azione! Tagli rapidi, che ti colpiscono senza sosta con un ritmo irrefrenabile! “Requiem for a dream” è sicuramente l’esempio migliore per comprendere questa tecnica complessa.
No, non è un trucco di magia, ma è la tecnica che rende il montaggio realmente trasparente, dandoci l’illusione che sia tutta un’unica scena. Ci sono molti modi per ottenerlo, e a parte la nostra creatività non ci sono delle tecniche sicure e generali da poter mettere in gioco. L’esempio più celebre è “Birdman”, che ci da la parvenza di essere un’intero film in piano sequenza.
Le tecniche di base ci permettono di avere qualche soluzione in più da offrire alle nostre idee artistiche.
Il consiglio è di studiarle, e metterle da parte. Saranno la scena stessa, la narrazione, l’ambientazione, e la nostra sensibilità a suggerirci la tecnica migliore da utilizzare!
Potrebbe interessarti anche “Come una Scena Racconta una Storia: Uso della Luce e dell’Ombra“.
Per altri approfondimenti sul cinema continua a seguirci su www.virgo29.it/blog
Il mese di novembre sta arrivando e porta con sè una serie di eventi e…
Nonostante sia stato quasi bandito negli Stati Uniti, in realtà è stato bandito nel suo secondo mercato…
Facebook ha annunciato una serie di nuove funzionalità per Messenger e Instagram Direct, tra cui chat di…
Fin ad ora abbiamo parlato della scenografia, l'illuminazione, il colore, la fotografia, il costume e…
Fin ad ora abbiamo parlato della scenografia, l'illuminazione, il colore, la fotografia, il costume e…
Il logo del tuo brand non è necessariamente la prima cosa che le persone notano…
This website uses cookies.
View Comments