Fin ad ora abbiamo parlato della componente visiva del film: la scenografia, l’illuminazione, il colore, la fotografia, il costume e il trucco, la recitazione, l’inquadratura, la prospettiva, il punto di ripresa, i campi e i piani, i movimenti di camera, il piano sequenza e il punto di vista. Ora ci soffermiamo sulla componente uditiva, su tutti i suoni che compongono un film. Dopo la musica parliamo della voce e del rumore.
La dolce vita (1960) Federico Fellini
Oltre alla musica, due elementi fondamentali del sonoro sono la voce e il rumore. La voce è uno degli elementi che più attrae l’attenzione dello spettatore per il suo alto contenuto informativo. Per questo il cinema privilegia la voce su qualsiasi altro suono.
Sono varie le tipologie di voci presenti in un film:
La voce può incarnarsi in istanze differenti: personaggio, narratore o personaggio-narratore. La voce in/off è legata al mondo del racconto e ai personaggi, all’unità spazio temporale della scena.
La voce over è la voce che riguarda un parlante invisibile, situato in uno spazio e in un tempo altri rispetto a quelli presentati dalle immagini sullo schermo. La voce over può nascere da un personaggio che è anche il narratore del racconto ma può anche essere un’istanza al di fuori del racconto. Essa può svolgere due funzioni:
La voce over può funzionare in:
La voce interiore, sospesa fra la dimensione in/off, è una voce emanata dai personaggi che, pur essendo in campo, non muovono la bocca per proferire parola. La voce interiore è la manifestazione dei loro pensieri. Invece la voce soppressa è quando lo spettatore vede il personaggio pronunciare le battute ma non le riesce a sentire perché soppiantate da voce over, da musica o da rumori. Una scelta artistica per rappresentare una situazione ambigua o lo stato emotivo di un personaggio.
Per rumore in un film si intendono quei suoni che non sono musiche o voci umane. Se una voce si somma ad altri suoni o voci, senza poter essere differenziata, è considerata rumore. Nella gran parte dei casi il rumore non è extradiegetico e non è empatico, ma è un suono anempatico, indifferente rispetto agli eventi.
I rumori in un film possono essere distinti in:
C’era una volta il West (1968) Sergio Leone
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