

Lezioni di cinema: Il Sonoro
Fin ad ora abbiamo parlato della componente visiva del film: la scenografia, l’illuminazione, il colore, la fotografia, il costume e il trucco, la recitazione, l’inquadratura, la prospettiva, il punto di ripresa, i campi e i piani, i movimenti di camera, il piano sequenza e il punto di vista. Ora ci soffermiamo sulla componente uditiva, su tutti i suoni che compongono un film: la musica, la voce e il rumore. Iniziamo con il sonoro.
Dal muto al sonoro
Il cinematografo nasce muto. Nella gran parte dei casi i film erano accompagnati da musica dal vivo e per riferire i dialoghi e chiarire alcuni passaggi narrativi venivano collocate delle didascalie. L’avvento del sonoro nel cinema avvenne nel 1927 per far fronte ad una crisi di pubblico e segnò una serie di grandi cambiamenti nel linguaggio cinematografico. L’introduzione dei dialoghi parlati portò una maggiore complessità delle sceneggiature e trasformò radicalmente la recitazione e il lavoro dell’attore. Molti cineasti, tra cui Charlie Chaplin, rifiutarono il sonoro, giudicando i film parlati teatrali e commerciali.
Il primo film sonoro
L’avvento del sonoro fu possibile grazie alla post-sincronizzazione, un procedimento che consente la registrazione della colonna sonora a parte per poi sincronizzarla con la colonna visiva in studio di missaggio. I microfoni e le nuove tecniche di registrazione permettevano di far acquisire separatamente gli elementi sonori del film (suoni, rumori, musica e voci) che poi venivano combinati insieme. La Warner Bros. realizzò così il primo film sonoro: Il cantante di jazz (Alan Crosland, 1927).
Voci, rumori e musica
Il sonoro accorpa più linguaggi:
- Voci e rumori: un film può esprimere certi passaggi narrativi e rappresentare ambienti e personaggi anche solo valorizzando alcuni suoni e nascondendone altri. Un film è un concerto di suoni che hanno un forte impatto sulla percezione soggettiva dello spettatore;
- Musica: la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale come fonte di informazione, in quanto veicola parte del sapere del racconto; e come fonte d’emozione, riuscendo a coinvolgere in profondità lo spettatore.
I suoni diegetici
Si possono distinguere i suoni di un film in relazione alla loro origine. I suoni diegetici sono tutti quei suoni che appartengono all’universo narrativo del film, che sono uditi sia dal pubblico che dai personaggi. Si distinguono in:
- Suono in: in campo, la cui fonte si trova all’interno dell’inquadratura;
- Suono off: fuori campo, la cui fonte è situata oltre i limiti dell’inquadratura, ma pur sempre all’interno della scena.
Un’altra categoria di suoni diegetici sono i suoni interiori. Essi sono dentro la storia, ma non hanno fonte, dato che sono immaginari: monologhi interiori, musiche e rumori che tornano in mente al personaggio, commenti pensati.


American Beauty (1999) Sam Mendes
I suoni extradiegetici
I suoni extradiegetici (over) sono quei suoni che non fanno parte del mondo del film ma provengono dall’esterno
- Suono over: la fonte si pone fuori dalla storia, in uno spazio e in un tempo del racconto differenti rispetto a quelli nei quali si collocano i personaggi e gli eventi mostrati.
I suoni extradiegetici possono essere le musiche di accompagnamento o di commento, le voci narranti e quei rumori ed effetti sonori non riconducibili alla narrazione stessa.
Il missaggio
Il sonoro è la convergenza di tre diverse categorie di suoni (voci, rumori e musica) che vengono trattati e registrati separatamente per poi ricongiungersi nella colonna sonora. Le diverse componenti sonore non sono sempre presenti nella stessa misura. Ad esempio vi sono film che rinunciano alla musica o altri che presentano pochissimi dialoghi. Il missaggio è il montaggio del suono, il momento in cui le voci, i rumori e la musica vengono uniti. Il missaggio non decide solo quali tracce sono presenti in una certa unità di tempo, ma anche con quale volume. Stabilire i volumi delle varie componenti sonore significa non solo attribuirne un’intensità ma anche un’importanza.
Le componenti del sonoro
Le componenti del sonoro di un film sono:
- Chiarezza: il sonoro deve essere sempre nitido e comprensibile, a meno che non vi siano specifiche esigenze narrative. Il sonoro deve confermare dati e dare informazioni aggiuntive. L’informazione che proviene dal sonoro è però fragile e un errore ne può compromettere la comprensibilità;
- Localizzazione: le caratteristiche di un suono in un film sono il prodotto della posizione della camera, della fonte sonora e della posizione dei personaggi. Esiste la profondità sonora, infatti si parla di primo piano sonoro, piano intermedio sonoro e sfondo sonoro;
- Spazialità: il suono è complesso da riprodurre, poiché suoni diversi sono diffusi da punti diversi. Con la stereofonia i suoni sono registrati su distinte tracce secondo la loro dislocazione, per poi essere riprodotti da diversi diffusori acustici collocati secondo un certo ordine nell’ambiente di ascolto, in modo da creare un’illusione di spazialità.
Il sonoro fuori campo
In sede di montaggio non sempre il taglio del sonoro coincide con quello del visivo. Si utilizzano spesso tecniche per anticipare o posticipare il taglio dell’audio, creando dei momentanei fuori campo audio.
- L cut:l’audio prosegue dopo il taglio del video e si interrompe solo dopo;
- J cut (o audio lead): il nuovo audio comincia prima della nuova immagine.
Potrebbe interessarti anche: I migliori film musical di sempre
Se ti è piaciuto l’articolo seguici anche su Instagram per ulteriori curiosità sull’argomento.
Per altri approfondimenti sul cinema continua a seguirci su www.virgo29.it/blog