Fino ad ora abbiamo parlato della scenografia, dell’illuminazione, del colore, della fotografia, del costume e trucco e della recitazione. Ora siamo nel campo del filmico, cioè della messa in inquadratura del mondo del film. Dopo aver approfondito l’inquadratura, la prospettiva, il punto di ripresa, i campi e i piani. Scopriamo i movimenti di camera.
Il cinema è fatto di immagini in movimento. I movimenti sono legati agli spostamenti degli oggetti filmati ma soprattutto all’attività della macchina da presa che offre punti di vista diversi. Attraverso i movimenti di camera, lo spettatore entra nello spazio della rappresentazione e scopre nuove porzioni del mondo rappresentato. I movimenti di camera variano al loro interno angolazione, distanza, inclinazione o altezza. I principali sono due, suscettibili però di numerose e varie combinazioni: panoramiche e carrellate.
La panoramica è un movimento rotatorio della macchina da presa sul proprio asse orizzontale o verticale. Corrisponde, nella vita reale, agli spostamenti della testa quando si gira collo e sguardo, restando fermi col corpo. La panoramica generalmente parte lenta, aumenta di velocità, poi rallenta di nuovo sino a fermarsi. Esistono vari tipi:
La carrellata si distingue in base alla relazione che intercorre tra la camera e il soggetto ripreso. Corrisponde al movimento di una persona che si muove nello spazio, guardando davanti a sé, senza ruotare il capo. La macchina da presa è montata su un elemento mobile, ad esempio un carrello che scorre su binari, oppure può essere semplicemente spostata a mano dall’operatore. Può essere di vari tipi:
Ai movimenti reali della cinepresa si affiancano dei movimenti apparenti che derivano, non da un effettivo spostamento del punto di ripresa, ma da un gioco di lenti: lo zoom. Lo zoom è un obiettivo a fuoco variabile che permette effetti di avvicinamento o di allontanamento dello spazio inquadrato, simulando il movimento della carrellata in avanti o all’indietro. La cinepresa compie un movimento che non è fisico, ma ottico. Per questo gli zoom vengono anche chiamati carrellate ottiche. Esistono due tipi di zoom:
Poi c’è anche l’effetto Vertigo (negli USA dolly zoom), in cui viene combinata carrellata e zoom in modo da mantenere invariata la dimensione del soggetto.
I movimenti compositi combinano carrellate e panoramiche e possono essere realizzati attraverso svariate apparecchiature. Ognuna di queste produce effetti visivi particolari:
Effetto notte (1973) François Truffaut
I movimenti di camera si distinguono inoltre in movimenti:
Il movimento della macchina da presa può essere funzionale alle esigenze narrative del film. Tali movimenti si definiscono motivati, poiché trovano la loro ragion d’essere nello sviluppo dell’azione o nella necessità di comunicare allo spettatore delle informazioni. A questi si contrappongono i movimenti non motivati, quelli non strettamente legati alle necessità del racconto. Nel cinema classico non si ricorre a movimenti di macchina privi di motivazione, ma si punta tutto sulla chiarezza espositiva; mentre nel cinema moderno la macchina da presa si muove, rivendicando una certa autonomia dalla funzione narrativa.
Il treno per il Darjeeling (2007) Wes Anderson
Potrebbe interessarti anche: I 10 migliori film di Woody Allen
Se ti è piaciuto l’articolo seguici anche su Instagram per ulteriori curiosità sull’argomento.
Per altri approfondimenti sul cinema continua a seguirci su www.virgo29.it/blog
Il mese di novembre sta arrivando e porta con sè una serie di eventi e…
Nonostante sia stato quasi bandito negli Stati Uniti, in realtà è stato bandito nel suo secondo mercato…
Facebook ha annunciato una serie di nuove funzionalità per Messenger e Instagram Direct, tra cui chat di…
Fin ad ora abbiamo parlato della scenografia, l'illuminazione, il colore, la fotografia, il costume e…
Fin ad ora abbiamo parlato della scenografia, l'illuminazione, il colore, la fotografia, il costume e…
Il logo del tuo brand non è necessariamente la prima cosa che le persone notano…
This website uses cookies.