

Fotografia: tecniche base per principianti
La Fotografia è un’arte a 360 gradi e, così come la pittura o la scultura, può dare vita ad innumerevoli possibilità nel campo dell’arte. Vediamo quali sono le tecniche base in fotografia se si è un principiante.
La fotografia, mezzo accessibile a tutti
Attraverso la fotografia si può dare libero sfogo alla propria creatività, sperimentando i diversi linguaggi che essa offre.
Oggi, con il costante avanzamento della tecnologia e l’avvento della fotografia digitale, la fotografia è un mezzo facilmente accessibile a tutti. Quasi tutti i nostri smartphone sono dotati di fotocamere di più che discreta qualità, la vecchia pellicola è ormai quasi scomparsa dal mercato, resistendo solo grazie ad alcuni nostalgici e fan del vintage. Insomma, oggi basta un clic, e la foto è fatta.
Tuttavia, per chi vuole approcciarsi alla fotografia in modo professionale, è importante conoscere alcune regole fondamentali, che non sono cambiate con l’avvento del digitale. Una volta padroneggiate queste tecniche base, si potranno utilizzare o stravolgere a proprio piacimento per esprimere la propria creatività.
Le regole da seguire:
- sensore
- esposizione
- diaframma
- velocità di otturazione
- sensibilità del sensore o ISO
- istogramma
- messa a fuoco
- profondità di campo
- lunghezza focale
- distanza di messa a fuoco
- bilanciamento del bianco
- temperatura colore
- composizione


Il sensore
Fino a qualche decennio fa, le macchine fotografiche erano dotate della pellicola, sulla quale, attraverso dei processi chimici, si formava l’immagine catturata. Oggi, con l’avvento della fotografia digitale, la pellicola è stata sostituita dal sensore e al posto degli agenti chimici ci sono i pixel, meno conosciuti come fotodiodi. Nello specifico, il sensore è un piccolo rettangolo su cui si forma l’immagine, posizionato all’interno della macchina fotografica, dietro al complesso ottico dell’obiettivo. I pixel, che si trovano sul sensore, hanno il compito di convertire la luce in segnale elettrico.
Nelle macchine fotografiche più comuni esistono due principali tipi di sensori: gli CMOS e i CCD. La scelta del sensore varia a seconda della macchina fotografica che si vuole acquistare e degli scopi che ci si prefissa.


L’esposizione
Per ottenere una fotografia tecnicamente corretta, bisogna sapere prima di tutto cos’è l’esposizione. L’esposizione non è altro che la quantità di luce che raggiunge il sensore della macchina fotografica ed è regolata dall’apertura del diaframma, dal tempo di otturazione e dalla sensibilità del sensore


Il diaframma
Uno dei componenti più importanti all’interno all’interno dell’obiettivo è il diaframma. Il diaframma è un congegno meccanico, una sorta di foro a lamelle, che si apre o si chiude a seconda della quantità di luce che vogliamo far arrivare al sensore. L’apertura del diaframma si misura in f-stop: quanto più è basso il numero di stop, tanto più sarà aperto il diaframma; quanto più è alto il numero di stop, tanto più piccola sarà l’apertura del diaframma.


Velocità di otturazione
Ma per quanto tempo il diaframma resta aperto? Possiamo deciderlo attraverso la velocità di otturazione o shutter speed. Lo shutter speed non è altro che la quantità di tempo in cui il diaframma resta aperto e si misura in secondi e frazioni di secondo. Se utilizziamo tempi lunghi come 1/4, rischiamo di ottenere immagini sfocate, a meno che non disponiamo di un cavalletto. Se invece impostiamo tempi brevi, otterremo immagini più nitide e potremo congelare i movimenti.


L’ISO
Un altro elemento da conoscere è l’ISO, che indica la sensibilità del sensore alla luce. Un tempo bisognava cambiare pellicola ogni volta che si voleva variare ISO. Oggi, con la fotografia digitale, possiamo cambiare l’ISO usando semplicemente un comando della nostra macchina fotografica.
L’ISO è strettamente relazionata al diaframma e alla velocità di otturazione: più è bassa la sensibilità, più luce servirà per avere un’esposizione corretta; maggiore è il numero di ISO, meno luce servirà al sensore.
Aumentare il numero di ISO può esserci molto utile in condizioni di scarsa luminosità; dobbiamo, però, sapere che aumentando la sensibilità, si ha una perdita di qualità nell’immagine. Noteremo, infatti, una sorta di disturbo che in fotografia è noto come rumore.


L’istogramma
Per regolare l’esposizione esistono oggi dei mezzi di misurazione automatica all’interno delle fotocamere, che ci consentono di impostare correttamente apertura del diaframma e tempi. Tuttavia, spesso, soprattutto in condizioni di luce molto forti, gli schermi LCD delle macchine fotografiche non ci permettono di visualizzare correttamente l’immagine. Ed è proprio qui che ci viene in aiuto l’istogramma, che ci è molto utile, se non fondamentale, nel leggere correttamente i dati dell’esposizione. L’istogramma è un grafico che ci mostra la quantità di pixel in un’immagine a seconda dell’intensità dei colori. Ciò ci consente di capire se l’immagine è sufficientemente dettagliata nelle ombre, nei mezzi toni e nelle luci.


Il fuoco
Quando osserviamo qualcosa, una stanza ad esempio, ci sembra che tutti gli oggetti siano nitidi. In realtà non è proprio così: ciò accade perché i nostri occhi, attraverso i comandi del nostro cervello, effettuano una messa a fuoco continua. Se facciamo attenzione, ci renderemo conto che molte aree di ciò che stiamo osservando risulteranno sfocate, soprattutto alle estremità della nostra sfera visiva. L’obiettivo della macchina fotografica si comporta esattamente allo stesso modo: solo un piano dell’area che stiamo inquadrando risulterà perfettamente a fuoco sul sensore. Ecco perché se vogliamo che un oggetto che si trova vicino al nostro obiettivo sia più nitido degli altri oggetti dell’inquadratura, dobbiamo cambiare il fuoco. Le fotocamere digitali sono dotate della messa a fuoco automatica, il cosiddetto autofocus, ma se vogliamo cambiare il fuoco manualmente, possiamo farlo attraverso una ghiera, posizionata sull’obiettivo stesso.


La profondità di campo
Un’altra delle tecniche base in fotografia, nonché concetto fondamentale, è la profondità di campo; si tratta della distanza tra l’oggetto nitido più lontano e quello più vicino all’interno dell’inquadratura. In parole più semplici, è tutta l’area che il nostro occhio percepisce come nitida in un’immagine.
La profondità di campo è strettamente legata all’apertura dell’obiettivo: un diaframma molto aperto metterà a fuoco una sola area all’interno dell’inquadratura e ciò che si trova davanti e dietro risulterà sfocato. Al contrario, un diaframma più chiuso consentirà di avere a fuoco una porzione più ampia dell’immagine.


La lunghezza focale
La profondità di campo dipende anche da un altro elemento: la lunghezza o distanza focale. La lunghezza focale è un concetto ottico abbastanza complesso, ma che per ora possiamo riassumere come la distanza tra il centro ottico delle lenti e il sensore. Gli obiettivi a focale corta, come i grandangoli, consentiranno di avere un’immagine più a fuoco. Usando invece un obiettivo a focale lunga, come un tele-obiettivo, potremo avere a fuoco un solo piano dell’inquadratura. In fotografia si dice che gli obiettivi a focale corta abbiano una profondità di campo maggiore; di conseguenza quelli a focale lunga avranno una profondità di campo minore.


La distanza di messa a fuoco
Ma non è finita qui: la profondità di campo è correlata anche alla distanza di messa a fuoco, ovvero alla distanza tra la nostra fotocamera e il soggetto messo a fuoco. Se il soggetto è lontano, la profondità di campo sarà maggiore, ovvero l’immagine conterrà più spazio nitido; se invece vogliamo fotografare qualcosa più vicino a noi, la profondità di campo sarà minore e ciò che c’è dietro e spesso davanti al soggetto risulterà sfocato.




La temperatura colore
Ai nostri occhi un foglio bianco ci sembrerà sempre bianco, a prescindere dalla condizione di luce. Questo succede perché il nostro cervello effettua una correzione continua ed automatica dei colori. L’obiettivo non funziona allo stesso modo: se inquadriamo un foglio bianco illuminato dalla luce arancione del tramonto, è così che verrà catturato ed impresso sul sensore.
Il colore di tutto ciò che vediamo è influenzato dal colore della luce che lo colpisce, e ogni tipo di luce ha un suo colore specifico, la cosiddetta temperatura colore. La temperatura colore si misura in gradi Kelvin (K°). Una luce di colore blu avrà un numero più elevato di K°; al contrario, una luce più arancione avrà un numero più basso di K°. La luce del tramonto, che è la luce più calda della giornata, si aggira intorno ai 3200 K°. A mezzogiorno ci sarà invece una luce più fredda, che si aggira intorno ai 5500 K°.


Il bilanciamento del bianco
Nelle macchine fotografiche esiste un comando molto importante, il bilanciamento del bianco, che ci aiuta proprio a correggere il colore di un’immagine. Attraverso il bilanciamento del bianco della nostra fotocamera, possiamo cambiare la temperatura colore dell’immagine aumentando o diminuendo i°K. Molte macchine fotografiche non hanno, però, questa possibilità, in quanto sono dotate di preset già impostati, ad ognuno dei quali corrisponde una specifica temperatura colore. Tra i più comuni ci sono sono: luce diurna, nuvoloso, ombra, tungsteno, fluorescente, flash. A seconda del preset che selezioniamo, otterremo un’immagine più calda o più fredda.


La composizione
Quando vogliamo scattare una fotografia, dobbiamo stare bene attenti a ciò che vogliamo includere nella nostra inquadratura. Oggi i nostri smartphone sono dotati della funzione panoramica, che consente di scattare una fotografia a 360° di tutto ciò che ci circonda. Tuttavia, se ci approcciamo alla fotografia in modo più professionale, è bene imparare a selezionare con cura ciò che ci interessa; il soggetto che scegliamo deve essere interessante, altrimenti la fotografia rischia di risultare anonima.
Una delle tecniche base in fotografia e in composizione è la famosa regola dei terzi, che deriva dalla pittura. Oggi su quasi tutti i monitor delle nostre fotocamere, è possibile selezionare dal menu una griglia, con tre linee orizzontali e tre linee verticali che si intersecano. Il nostro occhio viene istintivamente attratto verso i punti di intersezione delle linee, ed è proprio lì che dovremmo posizionare i nostri soggetti.
Ovviamente questa regola non deve essere rispettata in tutti i casi, possiamo utilizzarla a seconda del messaggio e dell’atmosfera che vogliamo trasmettere col nostro scatto.


Provate a sperimentare
Bene, dopo questa veloce panoramica sulle tecniche base in fotografia, provate a osservare lo spazio che vi circonda e ad individuare un soggetto che vi interessa. Dopo di che, prendete la vostra fotocamera e provate a comporre l’inquadratura, ma non dopo aver disattivato qualche automatismo. Ad esempio, provate a sperimentare variando la velocità di otturazione o la sensibilità, oppure a riscaldare o a raffreddare l’immagine. Anche la fotocamera del vostro smartphone può andare bene. Oggi molti cellulari, al pari delle macchine fotografiche, sono dotate della modalità manuale. Buon divertimento!
Potrebbero interessarti anche:
Come una Scena Racconta una Storia: Uso della Luce e dell’Ombra
Il colore nel cinema: psicologia ed estetica
Se ti è piaciuto l’articolo seguici anche su Instagram per ulteriori curiosità sull’argomento.
Per altri approfondimenti sulla fotografia continua a seguirci su www.virgo29.it/blog