L’avvento della fotografia digitale e il conseguente abbandono della pellicola hanno reso molto più veloci ed economici tanti processi della fotografia analogica. La fotografia è ormai diventata un mezzo estremamente leggero e facilmente accessibile a tutti; oggi, infatti, è possibile scattare delle delle foto più che discrete semplicemente utilizzando la fotocamera dei nostri smartphone.
Con la digitalizzazione della fotografia, i parametri base della macchina fotografica sono sostanzialmente rimasti gli stessi. Oggi, però, quegli stessi elementi del passato sono dei dati informatici e digitali e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per scattare una fotografia è contenuto all’interno della fotocamera stessa. Uno di questi elementi è la sensibilità del sensore, detta anche ISO.
Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla sensibilità in fotografia

Da analogico a digitale
Un tempo per ottenere fotografie con luminosità e paste diverse, si era costretti a cambiare continuamente pellicola. Questo processo richiedeva tempi e costi abbastanza rilevanti. Ogni pellicola, infatti, aveva un proprio valore di sensibilità alla luce. Oggi, invece, è possibile passare da una sensibilità all’altra utilizzando semplicemente un apposito tasto o rotella della macchina fotografica. Possiamo, infatti, decidere sul momento quale valore di sensibilità del sensore (o ISO) impostare a seconda delle condizioni di luminosità in cui ci troviamo, dei tempi di otturazione che vogliamo utilizzare e della pasta che intendiamo dare al nostro scatto. Ma vediamo più nel dettaglio cos’è la sensibilità del sensore e come utilizzarla al meglio.

L’ISO nella fotografia digitale
La sensibilità o ISO indica il valore di sensibilità del sensore alla luce. Come per il diaframma, esiste una scala di valori anche per l’ISO. Questa scala parte solitamente dai 50 ISO e può arrivare, nelle macchine più recenti e performanti, fino a 32000 ISO. ISO molto basse indicano una minore sensibilità del sensore alla luce, mentre ISO più alte indicano una maggiore sensibilità. Ogni valore è il doppio del precedente, ovvero consente di imprimere sul sensore il doppio della luminosità. Più semplicemente, aumentando la sensibilità, si otterranno immagini sempre più chiare.

Condizioni di luminosità e ISO
L’ISO contribuisce all’esposizione della fotografia, ed è, quindi, legata al valore di apertura del diaframma e alla velocità di otturazione. Ogni condizione di luce in cui ci troviamo richiede il suo valore di sensibilità. In condizioni di luce abbondante possiamo impostare una sensibilità molto bassa, che si aggira intorno ai 50 o 100 ISO. In questo caso non ci sarà bisogno di aumentare la luminosità del sensore. Ma è in condizioni di scarsa luminosità che le cose si complicano. Di sera un valore di 100 ISO rischierà di farci ottenere una fotografia sottoesposta, anche se utilizziamo la massima apertura del diaframma e tempi molto lenti. In più, se utilizziamo tempi molto lunghi, i soggetti in movimento risulteranno sicuramente sfocati. Ecco perché in questi casi è necessario aumentare la sensibilità. Un ISO maggiore ci consentirà di aumentare i tempi di scatto addirittura di chiudere il diaframma.

L’ISO nella fotografia analogica
Nella fotografia analogica la scala della sensibilità era molto ridotta e il massimo valore che si poteva raggiungere era di 500 ISO. Solitamente, se si scattava di giorno si utilizzava una pellicola di 50 o 100 ISO. Per le fotografie notturne si utilizzava, invece, una pellicola di 500 IS0.

Il rumore
Aumentare la sensibilità ci è molto utile in condizioni di luce sfavorevoli, ma comporta spesso anche degli svantaggi. Valori di ISO alti creeranno, infatti, un disturbo digitale nella nostra immagine. Noteremo, infatti, dei piccoli puntini che costellano tutta la superficie della nostra immagine e che in fotografia chiamiamo grana o rumore. Questo disturbo risulta maggiormente evidente nelle aree scure dell’immagine.
Ogni sensore ha una propria sensibilità nativa, ovvero una sorta di sensibilità ottimale per quel tipo di sensore. Quest’informazione ci è utile soprattutto quando acquistiamo una macchina fotografica. Se utilizziamo la sensibilità nativa, non otterremo alcun artificio nell’immagine.

Utilizzare il rumore in modo espressivo
Non sempre il rumore è indice di difetto. Come per gli altri parametri tecnici della fotografia, è possibile utilizzarlo a seconda di ciò che vogliamo esprimere. Se vogliamo ottenere uno scatto più vintage, un pò di rumore contribuirà a restituire la patina di passato. Ciò è evidente soprattutto nella fotografia in bianco e nero, con cui è possibile simulare la pasta delle vecchie fotografie analogiche e restituire una maggiore sensazione di passato.

La sensibilità nel cinema
La sensibilità è un elemento che viene sfruttato molto anche nel video e nel cinema. Alcuni registi preferiscono spesso girare in pellicola, perché ciò ricorda la pasta fotografica dei film dei decenni scorsi. Ad esempio nel film Steve Jobs di Danny Boyle, l’uso sia di tipi di pellicola diversi, che della ripresa digitale, servono a scandire il passaggio del tempo.
Il rumore della pellicola ha, inoltre, un aspetto molto meno digitale, e molto spesso, viene preferito per la sua raffinatezza estetica. Si pensi, ad esempio, al film Silence di Martin Scorsese, dove la scelta di girare in pellicola è dovuta al fatto che la sua grana rende l’aria e la natura molto concrete e presenti.
Tuttavia anche col digitale è possibile ottenere l’estetica del passato. Basta, infatti, aumentare la sensibilità del sensore per emulare la pasta dei vecchi film amatoriali, come gli home-video girati in super 8.


Conclusioni
Ora che abbiamo capito cos’è la sensibilità del sensore, provate a fare qualche scatto sperimentando con i diversi valori della vostra fotocamera. Come sempre, non è necessario che abbiate una macchina fotografica professionale, la fotocamera del vostro smartphone sarà più che sufficiente, se, però, dotata di modalità manuale. Provate a realizzare qualche scatto di sera o in condizioni di scarsa luminosità. Vedrete come aumentando l’ISO otterrete immagini sempre più luminose ma rumorose. Buon divertimento!
Potrebbero interessarti anche:
Cos’è e come si usa la velocità di otturazione in fotografia
Cosa sono e come scegliere diaframma e profondità di campo in fotografia
L’esposizione in fotografia
Fotografia: tecniche base per principianti
Come una Scena Racconta una Storia: Uso della Luce e dell’Ombra
Il colore nel cinema: psicologia ed estetica
Se ti è piaciuto l’articolo seguici anche su Instagram per ulteriori curiosità sull’argomento.
Per altri approfondimenti sulla fotografia continua a seguirci su www.virgo29.it/blog
1 Comment
[…] di ridurre i più grandi problemi qualitativi, come il rumore digitale. Possono, infatti reggere valori ISO molto alti. Molto comuni e più economici sono i formati APS-C, che sono più piccoli […]