Lavorare oggi nella comunicazione significa non poter fare a meno del content marketing e i nativi digitali vanno conquistati e ispirati con nuove forme di contenuti. Cosa si aspettano esattamente?
Viviamo in un mondo virtuale bombardato quotidianamente da messaggi sulla digitalizzazione. La vera questione da porre è legata alla strategia di content marketing che andiamo a progettare: come fare a catturare l’attenzione dei consumatori?
Il content marketing è “l’attività di creazione e distribuzione di contenuti di valore, rilevanti e consistenti, pensati per attrarre un target chiaramente definito e, guidare il cliente a un’azione redditizia“.
questa è la definizione del Content Marketing Institute.
Da questa definizione emerge l’importanza dei contenuti nella comunicazione delle aziende, che permette di raggiungere e coinvolgere il loro pubblico di destinazione.
Pensiamo a cosa stanno facendo ora i brand: in ogni settore, in questo ultimo periodo così particolare, la comunicazione si è spostata dall’offline all’online, e la qualità dei messaggi e dei contenuti ha registrato un notevole miglioramento.
Persino i più scettici, ancora legati ad una comunicazione più tradizionale, hanno dovuto arrendersi; il futuro, o presente, degli investimenti deve essere nei contenuti digitali.
Molto spesso i modi di comunicare più innovativi nascono dai consumatori stessi, bottom-up.
I giovani di oggi sono i nativi digitali per eccellenza, e la migliore ispirazione per la creazione di contenuti futuri. Non solo per i social, perché il content marketing non vive solo su Instagram o il più recente TikTok, ma anche sull’e-Commerce.
I nativi digitali sono coloro i quali sperimentano nuove forme di comunicazione, per i quali un lancio di un prodotto non è più solo un evento esclusivo, ma virtuale, aperto a tutti. La rivoluzione del content marketing è necessario arrivi da loro.
Non bisogna solo interpretare il loro linguaggio e riprodurlo nella nostra strategia, ma studiare forme nuove di coinvolgimento.
I brand con un purpose e una reason to believe, sono coloro i quali sono riusciti a costruire una strategia più efficace in questo periodo.
Il content marketing del futuro è un piano di contenuti più flessibile, che punta a audience differenti, non solo focalizzate sul puro prodotto, ma anche su contenuti più emozionali e di brand.
Ciò potrebbe causare diverse contestazioni, lato commerciale, per un modo di pensare ormai radicato, che più follower significhi più conversioni. In realtà diverse persone hanno dichiarato che in futuro, saranno più predisposte ad acquistare da brand che hanno saputo mostrare empatia e vicinanza ai consumatori.
Bisognerà interrogarsi se strategie di contenuti commerciali e sicure, ripaghino nel lungo termine, o se è necessario ripensare al modello di comunicazione e rischiare: rischiare di creare un purpose per avere risultati nel medio e lungo periodo, avendo magari meno ritorno all’inizio, ma più valore in futuro.
Non c’è strategia di contenuto senza dati a supporto; anche il modo di decidere i KPIs per i propri contenuti sta subendo una profonda modifica.
Siamo passati da un mondo content dove la conversion era il fattore principale per determinare una strategia di contenuto, a un mondo in cui il consumatore, con i suoi bisogni e sensazioni, viene messe al primo posto.
Ma attenzione: l’obiettivo non è più solo colpire, ma, dopo questa esperienza, il fattore principale di misurazione sarà l‘engagement.
Quanto più il nostro utente, consumatore del domani, si sarà sentito coinvolto dal nostro messaggio, tanto più la propensione ad un acquisto sarà elevata e misurare l’efficacia più determinante.
La Gen Z ha un diverso insieme di aspettative quando si tratta di marketing e di comportamento del brand. Si tratta di un pubblico che conta già da 2 a 2,5 miliardi e mezzo di persone, con un potere d’acquisto di 44 miliardi di dollari. Da qui, il motivo per cui i marketer dovrebbero rivolgere almeno una parte della loro attenzione verso questo pubblico.
Ciò che è importante capire, tuttavia, è che, sebbene la Gen Z segua direttamente i millennial, ci sono alcune differenze significative tra i due gruppi.
Il 40% della Generazione Z dà la priorità alla connessione Wi-Fi rispetto a un bagno funzionante (pazzesco, vero?). In altre parole, si tratta di consumatori di contenuti sempre connessi e pronti a consumare video.
Non vedrete mai i ragazzi della Gen Z seduti a guardare la pubblicità davanti alla TV, o affascinati da un annuncio video pre-roll su YouTube. Piuttosto, la narrazione video non promozionale, in forma breve, è il modo per conquistare questo pubblico.
I brand devono tenerne conto e adattare i propri contenuti video alle varie piattaforme e dispositivi. Secondo quanto indicato da MobileMarketer.com, i consumatori della Gen Z richiedono un’esperienza su cinque schermi: telefono, computer, TV, tablet e wearable.
Secondo lo studio “Getting to Know to Know Gen Z: How the Pivotal Generation is Different From Millennials”, il 60% degli adolescenti sostiene i brand che prendono posizione su questioni in cui credono in materia di diritti umani, razza e orientamento sessuale.
Ma non si può semplicemente scegliere un hashtag di supporto da twittare. L’85% dei ragazzi acquisterà un marchio che sostiene una causa sociale piuttosto che un altro che non lo fa, secondo un sondaggio di Fuse Marketing.
“La Generazione Z sembra davvero interessata a impegnarsi con marchi che hanno valori in linea con i propri”, spiega Kyle Andrew, CMO di American Eagle, in un articolo di Fast Company.
A differenza delle generazioni precedenti, la Gen Z è più propensa a relazionarsi con un proprio pari online piuttosto che con un portavoce di una celebrità o una top model.
Ecco perché sono attratti dagli influencer, che fungono da divulgatori di ciò che è nuovo ed eccitante.
Oltre il 70% dei Gen Zer intervistati ha dichiarato di influenzare le decisioni delle famiglie sull’acquisto di mobili, beni per la casa, cibo e bevande. Alcuni brand hanno deciso che cercare di raggiungere la Gen Z avrà un ritorno a lungo termine, anche se non è esattamente il loro target demografico.
La piattaforma d’elezione per questo collegamento è YouTube, dove il 95% dei Gen Z dice di spendere molto del proprio tempo.
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