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Recensione di Schegge di follia: quando odio e violenza nascono a scuola

Oggi recensiremo Schegge di follia (titolo originale: Heathers, n.d.r), un film del 1988 diretto da Michael Lehmann. “Schegge di follia”, di fatto, è una commedia nera che oscilla tra il drammatico e il grottesco puro.

La trama

È un viaggiatore in un paese sconosciuto, che non parla la lingua o conosce i costumi e può giudicare gli indigeni solo prendendoli in parola. Una pellicola morbosa sulla pressione del liceo, sul suicidio degli adolescenti e sulla mortalità delle cricche che non solo escludono, ma mutilano e uccidono.

Schegge di follia: la vita era più semplice quando ero al liceo

“Gli adolescenti non hanno problemi”, ha affermato il regista: “Sono sempre gli adulti ad essere scioccati”.

L’età adulta potrebbe essere definita – almeno nelle intenzioni di Lehmann – come il processo di apprendimento della follia adolescenziale.

Nel suo film, la protagonista rimane così sconvolta dal comportamento snob dei suoi amici dal decidere di unirsi a un complotto per ucciderli.

Cosa distingue Schegge di follia?

Ciò che distingue “Schegge di follia” dai film per adolescenti meno intelligenti è che ha un punto di vista su questo argomento – un punto di vista cupo, macabro e satirico.

L’opera ha certamente il potenziale per scioccare anche gli adulti, soprattutto per via della proposizione delle brutali morti di alcuni giovanissimi ma, dopo aver superato indenni ” Friday the 13th ” e innumerevoli altri Dead Teenager Movies, diventa molto più semplice rimanere indifferenti alla vista di cadaveri adolescenti. Ovviamente, rispetto a Venerdì 13, gli omicidi, in “Schegge di follia” appaiono certamente più cinici.

Le giovani protagoniste formano un sadico ordine gerarchico

Il titolo originale si riferisce a una cricca di quattro ragazze in una scuola superiore dell’Ohio. Tre di loro si chiamano Heather e la quarta (quella buona), invece, si chiama Veronica. Le ragazze formano il loro sadico ordine gerarchico, prendono in giro studenti socialmente inaccettabili e portano avanti un regno di terrore psichico. Veronica (Winona Ryder) è sconvolta dal comportamento della sua cricca, ma tiene per sé la sua opinione – finché non si innamora di un ribelle di nome JD (Christian Slater).

Guida una moto, indossa pelle e si trova completamente al di fuori del mainstream delle scuole superiori. Ovviamente, Veronica mantiene segreta la loro relazione, poiché questo distruggerebbe la sua posizione sociale.

Quando JD scopre il suo odio nascosto per i valori dei suoi amici, escogita in un modo ingannevolmente mite un complotto per uccidere le Heathers. Veronica segue il suo piano, probabilmente, senza neanche prenderlo molto sul serio.

Ma quando la prima Heather viene trovata morta e l’omicidio viene interpretato – con successo – come un suicidio, rimane scioccata. Tuttavia, non è così scioccata da lasciare JD, un chiacchierone che fa seducenti giochi mentali con lei.

La sottotrama in “Schegge di follia” ricorda un po’ la storia di Bonnie and Clyde

La sottotrama in “Schegge di follia” ricorda un po’ la storia di Bonnie and Clyde, dove gli amanti tornano al crimine quasi distrattamente, usandolo come sfondo per le cose che veramente contano nella loro vita. Altra traccia simile è quella del film “River’s Edge”, basato sulla storia vera di un adolescente che ha ucciso la sua ragazza e poi ha mostrato il suo corpo ai suoi amici, che non hanno informato le autorità per tre giorni.

Tuttavia, “Heathers” applica un tono completamente diverso. Il film è girato con colori vivaci (tipicamente anni ’80) e ambientato in un ambiente scolastico leggero. Una fotografia piuttosto grottesca che crea un confronto interessante tra la commedia e l’horror.

Per certi aspetti è anche difficile definirla come una commedia nera sull’omicidio o solo una cinica commedia morale.  Certamente stiamo parlando di un film che solletica il pensiero e ha la capacità di scioccare – due qualità che lo rendono degno di considerazione. Forse è vero che gli adolescenti lo capiranno meglio. Forse è anche vero che lo meritano.

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