Da inizio marzo tutti i cinema d’Italia sono chiusi (nel Nord Italia già da fine febbraio) influenzando inevitabilmente gli incassi stagionali. Molti film attesi che avrebbero avuto ottimi risultati al box office (007, Mulan, Verdone) sono stati posticipati a data da destinarsi, altri sono usciti direttamente in streaming creando una situazione inedita che inciderà inevitabilmente anche sulla stagione successiva. Alcune sale hanno poi riaperto a giugno ma si tratta di pochi esercizi, compresi i cinema all’aperto e i drive in. La beffa è che prima della chiusura c’è stato un boom di incassi. Alcuni blockbuster hanno funzionato benissimo, molti film sono andati al di sopra delle aspettative e anche il cinema italiano ha dato ottimi segnali di ripresa soprattutto grazie ad un Natale con incassi elevatissimi. Di seguito la classifica dei 50 film più visti della stagione 2019/2020.
Il podio è occupato da tre film evento con incassi record. Al primo posto, senza alcuna sorpresa, c’è Checco Zalone che con Tolo tolo incassa ben 45 milioni. Una cifra enorme che difficilmente verrà superata nei prossimi anni ma comunque inferiore rispetto ai precedenti exploit di Quo vado (65 milioni) e Sole a catinelle (52 milioni). Non si tratta di flop ma il film ha evidentemente avuto un passaparola negativo.
La seconda posizione è occupata da Il Re leone con la cifra record di 37 milioni. Si tratta del film Disney più visto di sempre. L’idea di realizzare i live action dei grandi classici si rivela vincente. In questo modo si catturano sia il pubblico più grande che è cresciuto con questi film che i più piccoli che non li hanno mai visti. Il Re leone poi è uno dei classici Disney più amati di sempre.
Al terzo posto un altro fenomeno popolare, che sfiora i 30 milioni: Joker. Il risultato non era per nulla scontato essendo un cinecomic diverso dal solito. Ma, complice la storica interpretazione di Phoenix e soprattutto il Leone d’oro a Venezia, la pellicola è riuscita a prendere due pubblici diversi, quello popolare da multiplex e quello d’autore delle sale d’essai. È stato un film al centro del dibattito, uno di quei film da vedere per forza.
I blockbuster americani sono in crisi non tanto per gli incassi quanto per la qualità. Ormai si producono per lo più remake, spin-off, sequel e reboot di film già conosciuti. È molto difficile trovare idee originali. Ciò è dovuto ad una paura di sperimentare sia dell’industria che vuol andare sul sicuro, sia degli spettatori che quando escono di casa e pagano un biglietto si adagiano su prodotti già noti.
Un altro attesissimo film era il sequel di Frozen che al quarto posto incassa l’ottima cifra di 19 milioni pari a quella del primo film del 2013. Forse ci si poteva aspettare un po’ di più, vista la grande attesa e la forza del brand, che è ormai un classico. Al settimo posto l’ennesimo Star Wars con la sua ormai consueta uscita natalizia biennale. Partito come un evento nel 2015 con ben 25 milioni, nel 2017 raggiunge quota 15 e quest’anno 13. Segno che ormai gli unici spettatori fidelizzati sono gli affezionati della saga e che si sta un po’ tirando la corda.
All’ottavo posto Maleficent con 12 milioni. Il film è andato anche meglio delle previsioni, incassando poco meno del primo (14 milioni), nonostante le critiche negative, seguito da Jumanji al nono posto che con 12 milioni incassa più del primo di due anni fa (10 milioni), mostrando che in questo caso il reboot ha funzionato ed è ormai un prodotto su cui puntare. Invece il sequel di It con 9 milioni cala rispetto al primo che due anni fa è stato un evento (14 milioni).
Tra le rivelazioni, La famiglia Addams (6 milioni) e Dolittle (4 milioni) che ha funzionato solo in Italia. Tra i flop lo spin-off di Fast & furious uscito in piena estate con soli 6 milioni, lontano dalle cifre abituali della serie (forse il brand si sta usurando) e Birds of prey, spin-off di Suicide squad, con soli 2 milioni.
Il cinema italiano invece ha ottenuto un ottimo riscontro in questa stagione, soprattutto da novembre in poi. Checco Zalone a parte ci sono due film italiani in top ten con grandi cifre, entrambi usciti a Natale.
Al quinto posto Ficarra e Picone con Il primo Natale che ha incassato ben 15 milioni segnando il miglior risultato di sempre dei due comici. Erano anni che una commedia italiana non incassava così a Natale. Il soggetto era perfetto per il periodo di uscita ed i due confermano il loro ascendente, spesso sottovalutato, presso il pubblico. Al sesto posto Pinocchio di Garrone con 15 milioni. C’erano molti dubbi sulla sua riuscita commerciale ma lanciarlo come prodotto family in un Natale privo di film di animazione di rilievo ha portato i suoi frutti, attirando sia il pubblico d’autore che quello più popolare. Ha sicuramente aiutato anche la presenza di Benigni.
Anche altri autori italiani hanno raggiunto ottimi risultati. La dea fortuna riporta Özpetek ai suoi livelli migliori (8 milioni). Hammamet incassa bene (5 milioni) grazie alla star Pierfrancesco Favino, ormai certezza al box office, e alle polemiche sulla figura di Craxi. Gli anni più belli di Muccino stava incassando bene (5 milioni e mezzo) ma il lockdown l’ha fermato. Bene, per essere un film di nicchia, Martin Eden (1 milione e mezzo) grazie anche al premio a Venezia di Luca Marinelli. Discreto ma poteva fare di più Tutto il mio folle amore di Salvatores (2 milioni e mezzo). Male invece per L’uomo del labirinto con due star come Servillo e Hoffman (2 milioni; il precedente di Carrisi, La ragazza nella nebbia, ha superato i 4 milioni).
Tra le sorprese spicca il film rivelazione dell’anno de I Me contro te che contro ogni previsione arrivano a 9 milioni. L’unico caso di youtuber che hanno funzionato al cinema, complice anche il loro target di riferimento, i bambini, che ha portato molte famiglie al cinema. Un altro caso della stagione è stato L’immortale, spin off di Gomorra la serie (6 milioni). Portare il pubblico della tv al cinema poteva essere rischioso, invece l’operazione è completamente riuscita rilanciando anche la serie. Da segnalare 18 regali (3 milioni) e Mio fratello rincorre i dinosauri (2 milioni e mezzo). Il caso dell’anno però è stato il documentario Chiara Ferragni Unposted che in soli tre giorni di proiezioni ha incassato più di 1 milione e mezzo, portando al cinema ragazzi che non sarebbero mai entrati in una sala. Ormai la Ferragni è l’unica vera diva italiana.
Per quanto riguarda i comici si segnala il buon ritorno di Aldo Giovanni e Giacomo con Odio l’estate (7 milioni ma senza lockdown avrebbe fatto di più), lontano dai loro periodi d’oro ma molto al di sopra dell’ultimo film. Incerto il risultato di Alessandro Siani che con Il giorno più bello del mondo (6 milioni) perde molto rispetto ai 10 milioni dell’ultimo film del 2017 e di Antonio Albanese, che con i 4 milioni di Cetto c’è, incassa la meta dell’ultimo film di Cetto del 2012 (8 milioni). Figli ha funzionato benino (3 milioni) ma siamo lontani dai soliti incassi della Cortellesi. Battuta d’arresto per l’ex campione d’incassi Christian De Sica con due film flop: Sono solo fantasmi e La mia banda suona il pop.
Il cinema d’autore straniero sembra attraversare un buon momento. I film tra il popolare e l’autoriale funzionano. Quentin Tarantino con C’era una volta a Hollywood è al decimo posto (11 milioni). Si conferma l’appeal del regista sulle nostre platee ma con due star come Di Caprio e Brad Pitt, due certezze al box office, ci si poteva aspettare di più. Hanno funzionato bene Piccole donne (5 milioni) e la rivelazione Jojo Rabbit (4 milioni), entrambi rivolti a un target preciso: le donne e i ragazzini. Discreto invece 1917 di Sam Mendes (6 milioni), mentre Cena con delitto (5 milioni) si è rivelato un film perfetto per Natale.
Il film dell’anno è però Parasite, un film d’essai coreano, quindi di stra-nicchia, Palma d’oro a Cannes, che esce in poche copie a novembre e porta a casa con il passaparola 1 milione. A febbraio dopo l’Oscar riesce nelle sale e arriva a 5 milioni. Senza la pandemia sarebbe arrivato probabilmente a 8 milioni. Record assoluto per un film del genere. Più o meno quello che è successo, con le dovute proporzioni, anche a La belle époque, film francese uscito in poche copie ma che ha avuto un ottimo passaparola. Da citare due autori importanti che nonostante siano al centro di scandali e censure hanno un pubblico affezionato in Italia, Roman Polanski e Woody Allen, che con i loro film, L’ufficiale e la spia e Un giorno di pioggia a New york incassano entrambi 3 milioni.
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