

I 10 migliori film di Alberto Sordi
Alberto Sordi è uno degli attori più amati di sempre, una maschera del nostro paese. Ha saputo regalarci dei personaggi storici, delle perfette rappresentazioni dell’italiano medio. Scopriamo quali sono i migliori film di Alberto Sordi.
Alberto Sordi è stato un attore dalle mille sfaccettature, ha dato vita ad un nuovo modo di recitare con dei tempi comici straordinari, creando un modello per molti attori a venire. È stato diretto dai migliori registi italiani (Fellini, Monicelli, Risi, Scola) e i suoi film, in cui il comico e il tragico si fondono mirabilmente, fanno parte della storia del cinema. tracciando idealmente la storia d’Italia. A cent’anni dalla sua nascita vediamo quali sono i suoi film più rappresentativi, quelli più iconici.
Di seguito i migliori film di Alberto Sordi in ordine cronologico.
I vitelloni (1953) di Federico Fellini
Prosegue il sodalizio con Fellini dopo “Lo Sceicco bianco”. Il film è una fotografia della provincia italiana. Sordi è un giovane nullafacente, un mammone, un provinciale doc. Ma Albertone lo caratterizza con una dose di tristezza e patetismo. La scena in cui spernacchia i lavoratori è entrata nella storia.
Un americano a Roma (1954) di Steno
Satira nei confronti dell’ossessione verso la cultura americana. Nando Moriconi, il provinciale fissato con l’America, è una delle sue maschere più ricordate. Da qui Sordi diventa una star. Negli annali la scena in cui non riesce a resistere ad un piatto di spaghetti.
La grande guerra (1959) di Mario Monicelli
La Prima guerra mondiale attraverso il punto di vista di due italiani pavidi (Gassman e Sordi) che cercano in tutti i modi di evitare la guerra ma diventeranno loro malgrado degli eroi. Qui Sordi mostra per la prima volta le sue doti drammatiche. Un finale indimenticabile. Capolavoro del cinema italiano.
Il vedovo (1959) di Dino Risi
Commedia nera come non se ne fanno più. Alberto Nardi è un industriale privo di qualità, sposato per convenienza con la ricca Franca Valeri che lo chiama “Cretinetti”. Sordi qui è un cattivo luciferino. I duetti tra i due sono memorabili. Impietoso ritratto degli anni del boom.
Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini
Dopo l’8 settembre un gruppo di sbandati cerca di tornare a casa. Sordi è un sottotenente che si riscatta sul finale, scegliendo da che parte stare. Un capolavoro tra neorealismo e commedia all’italiana. Memorabile l’incontro tra Sordi e suo padre Eduardo de Filippo. Un film da mostrare nelle scuole
Il vigile (1960) di Luigi Zampa
Otello Celetti è un nullafacente che per caso riesce ad ottenere un posto da vigile. Inizia così a vendicarsi dei torti subiti in passato. Satira sociale sul potere. Sordi disegna un’altra maschera storica dell’italiano medio, in compagnia di un grande antagonista come Vittorio De Sica.
Una vita difficile (1961) di Dino Risi
Il miglior Sordi di sempre. Qui è Silvio Magnozzi, italiano medio che ha fatto la Resistenza e che cerca un posto nel mondo provando a restare fedele ai propri valori. Ma è sempre più difficile nell’Italia del boom. Sordi mette in scena i dilemmi di un uomo con grande profondità. Sul finale si ribella con una scena storica. Il suo miglior film.
Il medico della mutua (1968) di Luigi Zampa
Ritratto satirico sul sistema sanitario dell’epoca. Sordi è Guido Tersilli, un medico che sfrutta il welfare della mutua per emergere. Un arrampicatore sociale disposto a tutto. La sua camminata zompettante tra i corridoi della clinica con la marcetta di Piero Piccioni in sottofondo è iconica. È Alberto Sordi
Un borghese piccolo piccolo (1977) di Mario Monicelli
La commedia all’italiana si tinge di nero, segnando il passaggio nei plumbei anni 70. Sempre più dramma e meno commedia. Qui Sordi è un impiegato che diventa spietato quando cerca di vendicare la morte del figlio. Film cupo, con un Sordi drammatico che mostra cosa ci celi dietro il perbenismo e l’ipocrisia dell’italiano medio.
Il marchese del grillo (1981) di Mario Monicelli
Onofrio del Grillo è un nobile romano che perde tempo facendo scherzi di cattivo gusto. Qui si sdoppia anche e diventa il popolano Gasperino il carbonaro. Un Sordi volgare e romanissimo, quindi divertentissimo. La sua ultima maschera storica. Da ricordare la frase storica simbolo di una certa mentalità del paese “Io so io e voi non siete un cazzo”. Imprescindibile per i fan di Sordi.
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